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Pagina:Tarchetti - Fosca, 1874.djvu/186

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vedo la ragione di un legame più stretto fra noi. Dov’è che gli uomini si trovano meglio riuniti che a tavola? È là che essi dividono il pane ed il vino, che si dimostrano più efficacemente il loro affetto, offrendosi a vicenda le cose più necessarie alla vita. A voi. Eccovi qui un petto di pernice; permettete che ve lo offra. Crederete forse che un uomo che vi offre un petto di pernice possa essere un vostro nemico?

Questa offerta era stata fatta a me.

— Tolga il cielo che io abbia a cadere in tale errore, io dissi, io considero la vostra offerta come la più eloquente testimonianza della vostra amicizia.

— Via, esclamò egli, voi credete di aver proferito una facezia, avete detto invece una grande verità. Io ho imparato a non dare alcun valore a quei doni che sogliono farsi i ricchi, a quei piccoli sacrificii fatti e retribuiti per convenzione. Quando io era ragazzo era molto povero, non mi vergogno certo di confessarlo. Ebbene, la camera migliore della casa era la mia, quei piccoli agi che poteva permetterci la nostra situazione erano per me; a tavola mi si davano le cose più squisite; mia madre era instancabile nell’occuparsi di tutti questi piccoli nonnulla che potevano recarmi piacere; quello era il vero affetto — tutto il resto è convenzionale, falso — è apparente. Se un uomo affamato — mettiamo anche semplicemente un uomo goloso — desse a me affamato l’unica costoletta che gli rimanesse per colazione, sento che dovrei essergliene più tenuto, che se m’avesse dato venti napoleoni dei quaranta che aveva nella sua saccoccia.

— È vero, disse Fosca, io credo...

— Chiedo scusa, interruppe suo cugino, tu non puoi credere nulla, non puoi essere in ciò un giudice competente; tu non puoi conoscere il valore di una costo-