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236 amore nell'arte

santa delle sue rivelazioni. Ne era turbato; avrei voluto trovare in me la forza di non andarvi, ma mi sentiva sì debole anche dinanzi a quell’affetto, che mi era impossibile combattere il mio cuore. La natura e l’istinto trionfavano. Io ignorava che le espressioni di quel foglio erano il linguaggio esatto di un sentimento, intorno al quale gli uomini si formano generalmente un falso concetto, erano la rivelazione del vero amore, quale egli è, quale deve essere: gli uomini non tengono mai una giusta via di mezzo nell’uso e nell’apprezzamento che essi ne fanno; prima di vent’anni domandano ciò che la natura non può dare, che la stessa innocenza rifiuta — il sentimento puro e intangibile: dopo le prime disillusioni non chiedono più che la voluttà, negano la sua fusione col sentimento — non vogliono più che il piacere. La donna si dà, ma non si dà mai sola, dà il cuore con essa: la donna soltanto sa amare.

Lottai, ma mi era impossibile sottrarmi alla mia passione; andai da Regina. La trovai splendida, superba, raggiante; non l’aveva veduta mai così bella. Non appena fummo soli mi si gettò tra le braccia e mi baciò sulle guance, eccitata da una commozione che pareva sincera. Provai nondimeno una gioia meno intensa di quanto non lo fosse il dolore che la mia anima sentiva in quell’istante. Avrei desiderato di averlo ottenuto dopo lunghi giorni di amore quel bacio; ma averlo così, senza conoscersi ancora, senza avere ancora ragione di amarsi... il primo bacio, quello che non si dimentica più, quello che segna il primo periodo della nostra esistenza morale!... Ah, tutto ciò parevami assai doloroso!

Queste considerazioni si agitavano dentro di me in quell’istante medesimo in cui ella pendeva sul mio seno, e aspettava parole colme di passione e di affetto. Non ne dissi, non avrei potuto dirne. Regina si sciolse dalle