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242 amore nell'arte

giorno in cui afferrasti la realtà, in cui vedesti soccombere il tuo ideale? Oh, la natura vi ebbe la sua parte di colpa, ma la donna non meno!... La donna voluttuosa, facile, meno elevata di mente, è meno atta a comprendere la bassezza e la vanità del piacere; desiderosa di darsi perchè sa darsi, perchè vi ha attitudine, perchè desidera di sottomettersi, e sa porre, più che altrove, in questo abbandono, quella leggierezza, quella grazia, quella docilità, quel non so che di vago e di fatuo che sa mettere sì bene in tutti i piccoli nonnulla della sua vita. Si direbbe che il loro ritegno non è che un’arte, che quelle medesime che si serbano virtuose lo fanno perciò solo, che sanno di conservare in tal modo uno degli allettamenti più energici, e di poter esercitare una seduzione più potente. Tutto ciò che vi è nella donna — le sue opere, i suoi pensieri le sue parole, i suoi atti — tutto è seduzione, benchè seduzione tacita e delicata. Oh, l’uomo è assai più puro! Nella sua franchezza, nelle sue abitudini un po’ ardite, nel suo stesso linguaggio un po’ rozzo e un po’ brutale, egli è assai più puro! Nella fanciulla si trova sempre la donna — l’angelo bisogna cercarlo nella madre.

Mio caro amico, riprese Lorenzo dopo un breve intervallo di silenzio, io mi sono disgustato assai presto delle donne; le prime prove mi hanno atterrito; non ti dirò ciò che ebbi ad esperimentare di poi; aggiunse sconforto a sconforto — mi ritrassi nella mia solitudine disperando di non poter amare che la mia arte. E forse un artista non può, non deve avere un altro amore che questo — l’amore astratto del bello, del buono, l’amore che conduce direttamente a Dio, che rinuncia alla creatura, che non si posa su cosa alcuna del mondo — tutto il resto è sogno, è illusione, è voluttà d’un istante. Se l’amore debb’essere infinito e gli uomini tutti amano cose finite, gli artisti sono i soli uomini che amano.