Pagina:Tarchetti - Paolina, 1875.djvu/49

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paolina. 49


«Addio, Paolina, addio con tutto il cuore, amate costantemente la vostra madre di elezione —

«Elisa.»


I due giovani restarono lungamente silenziosi, quasi si sentissero oppressi dalla felicità che quella lettera sembrava aver loro assicurato. Quattro mesi! Erano un indugio assai lungo, assai penoso: essi non potevano credere che i giorni più deliziosi della vita fossero quelli che precedono un legame tanto desiderato; ma erano così liberi, così felici! potevano vedersi ogni sera, conversare da soli, fare delle lunghe passeggiate per le campagne, allora che l’autunno faceva cadere le foglie, e i prati si coprivano di anemoni; e che mancava dunque perchè la loro felicità fosse compiuta?

A ciò aveva pensato Luigi, e vedendo che Paolina era assorta in una meditazione che gli pareva penosa, le domandò come per distorgliernela: avete voi dunque delle memorie di vostra madre?

Pareva che la fanciulla avesse preveduta questa domanda, perché dando in uno scoppio dirotto di lacrime, e gettandosi a suoi ginocchi:

— Perdonatemi, Luigi, gli disse, io vi ho ingannato.

— Oh cielo! che dite, Paolina?

— Io non conobbi mio padre; mia madre morì di vergogna e di crepacuore, pochi giorni dopo avermi data la vita, e io sono ciò che gli uomini chiamano una....

— Per carità, Paolina, rialzatevi; valeva la spesa di at-