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48 | paolina. |
a ciò che riguarda la piccola eredità di vostra madre, mi era d’uopo raccogliere alcune informazioni da coloro, presso i quali aveva collocato a frutto il vostro capitale.
«Ecco dunque avveratosi il mio presentimento; voi sposerete, mi dite, quel giovine onesto e dabbene che io conobbi nel mio soggiorno a Milano, e la vostra scelta non poteva essere più giudiziosa. Come avete potuto dubitare della mia approvazione? L’officina di tornitore e di stipettaio che intendete di avviare col capitale della vostra dote, potrà offrirvi una posizione stabile ed agiata; ma ciò non sarà effettuabile che fra quattro mesi (non ve ne sgomentate Paolina); io non potrò recarmi costà prima di quel tempo, nè ritirare così subito queste somme da coloro che le tengono a prestanza per un tempo determinato. Esse ascenderanno allora a settemila trecentocinquantadue franchi, ciò che non è un capitale indifferente per voi, mia cara figliuola; — permettetemi di chiamarvi con questo nome, per l’affetto assai grande che vi porto, e per la santa memoria di vostra madre, di cui non avrete certamente obbliati i consigli; — rileggete spesso quelle pagine che, prima di morire, essa dettava per la vostra educazione, e ne trarrete degli utili ammaestramenti per la vostra vita.
«Non v’incresca l’indugio di quattro mesi che una dura necessità frappone al compimento dei vostri voti, e apprendete che i giorni più belli dell’amore non sono già quelli che seguono alle nozze, ma quelli che le precedono: per voi che siete saggia e sensibile, saranno forse i migliori dell’esistenza.