Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/224

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— Già, già, morti tutti; ma, in compenso, tu sei diventato immortale.

La diligenza si era frattanto empita di viaggiatori e di bagaglio; due automobili prendevano ansando il volo per opposte direzioni.

— Ecco, la signora Vanna ti ha mandato incontro la tua biga. Io avrei voluto un carro con quattro cavalli bianchi; ma i cavalli orvietani sono tutti neri e devi contentarti della biga.

— Anche gli eroi di Omero si contentavano delle bighe; ma io preferisco andare a piedi.

E si avviarono, camminando, verso l'interno della città.

— Dunque una licenza liceale da fare epoca negli annali dei Monaldeschi? - Pericle domandò, squadrando l'amico col rispetto canzonatorio dei vispi occhi grigi.

Dal giorno oramai lontano in cui, durante la cerimonia della vestizione, Ermanno aveva ricevuto da Pericle Ardenzi il gradito preavviso di un dolce per il pranzo, i due giovanetti erano diventati amici, e durante i cinque anni trascorsi insieme nel seminario, l'amicizia non aveva subìto alterazioni, nemmeno durante il fosco periodo del fanatismo di Ermanno adolescente, e nemmeno quando Pericle, di un anno più avanti del compagno nell'età e negli studi, era uscito dal seminario per iscriversi come studente di lettere all'Università di Roma.

— Che si dice in paese dell'avvenimento? - Ermanno interrogò, schiudendo al riso la bella