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faticoso. Ermanno diventava agitato allora, turbato da un dissidio spirituale che lo rendeva iracondo e, per la pace del suo spirito, s'imponeva di non discutere, di non vedere. «Io credo, io credo», mormorava prosternato davanti all'altare della cappella, e stringeva con rabbia le dita intrecciate e supplicava Gesù di spegnergli ogni luce di pensiero. Oh! essere umile, essere come il cieco guidato da altri per mano, essere come quei santi monaci del deserto, che si menomavano, si deturpavano con gioia per deludere le insidie del demonio. Ma la ragione di Ermanno era viva e vigile, talvolta anche più forte della volontà ch'egli ostinatamente opponeva all'idea come barriera.
Pericle Ardenzi seguitava a parlare de' suoi studi con fervore e facondia; ma Ermanno lo interruppe bruscamente e gli disse:
— Voglio riprendere il mio abito di seminarista prima di farmi vedere da mia madre. Tu puoi tornare più tardi per l'ora del pranzo - ed entrato nel portoncino della nuova dimora, salì cauto per recarsi inosservato nella sua stanza. In cima della scala, a sinistra, sorrideva dentro la sua nicchia una statua di Psiche giovanetta, la quale si protendeva leggiadramente in avanti, sostenendo con gesto lieve il globo elegante di una lampada; a destra, dal vano d'una finestrella fiorita, Serena sporgeva il visetto arguto, e ogni ricciolo della sua fronte, ogni fossetta delle gote dicevano la consolazione festosa del suo cuore!