Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/275

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— Come mai, mi ha detto così? In che modo posso avergli scompaginata tutta la vita? - Ermanno si domandava, cedendo alla sua abitudine di tornare sopra le idee per iscrutarle fra sè.

Non ebbe agio di rispondersi, distratto dal suono di un voce di donna che stornellava di amore, camminando scalza pei solchi e portandosi una falce in ispalla. Brillava la falce agli ultimi raggi del giorno e formava ampia aureola intorno alla chioma biondissima della stornellatrice.

Spera di sole, tramonta il sole nell'acqua del mare; le stelle in cielo parlano d'amore.

— È la vedova dei campi - disse Palmina, seduta in serpa, e volgendosi con sorriso di beffa verso l'interno della carrozza.

— Già, è la vedova dei campi - Vanna disse e la bocca le si contrasse in una ripiegatura lieve di nausea.

— Chi è la vedova dei campi? - Ermanno chiese.

Palmina rise, il cocchiere anche rise; Vanna tacque.

La voce piana, distesa in larghe onde sonore, si diffondeva sempre più libera per la campagna fragrante:

Spera di sole, tramonta il sole nell'acqua del mare.