Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/160

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— Andar via è presto detto — rispose il Gualterio, addossandosi a un lampione per resi stere all'impeto della irrequieta fiumana.

— Io voglio andar via; mi conduca via di qui — implorava la fanciulla con accento sempre più spaventato e sempre più supplice.

Giorgio scorse Adriana, con 1' onorevole, a qualche passo di distanza, e fece loro gesti ripe tuti di richiamo.

La coppia si mosse per avvicinarsi, ma una die cina di giovanotti elegantissimi, che dovevano aver riconosciuta Adriana, fecero cerchio intorno a lei, suonando le loro trombette, che stringevano nelle mani inguantate.

Adriana si schermiva, ridendo forte e dando anch'ella fiato alla tromba, comperata testé in una baracca.

l'onorevole, evidentemente poco soddisfatto, aspettava immobile che il giuoco avesse fine, con la faccia rotonda atteggiata a passiva rassegna zione.

Dopo uno scoppio finale ed unanime di suoni bizzarri, Adriana rimase libera e potè ricongiun gersi alla figliuola.

— La signorina vuole andarsene — disse il Gualterio con un certo malumore, molto più che anche a lui tutta quella sregolata baldoria urtava i nervi.

Flora, vedendo sua madre, ebbe una esclama zione di sollievo.

— Sì, mamma, conducimi via; andiamo a casa. Ma, Adriana, eccitata dal chiasso, accesa in volto, e coi capelli in disordine per la fiera bat taglia testé sostenuta, rispose con una risata alla preghiera della figliuola.