Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/166

Da Wikisource.

Flora — che, quantunque igna.ia delle costu manze mondane, sentiva per istinto quanto infatti il contegno dell'onorevole Montefalco fosse poco rispettoso verso sua madre- — disse:

— Ma dal momento che tu dài tante lezioni di musica e guadagni in modo da viver bene col tuo lavoro, perchè cerchi di sposare quel l'uomo?

Adriana rimase di stucco e spalancò gli occhi, smisuratamente, per meraviglia; ina poi si ri cordò che in parecchie sue lettere, rispondendo alle affettuose domande di Flora, la quale voleva sapere che genere di vita sua madre conducesse a Roma, ella aveva asserito, a più riprese, di trascorrere le giornate a impartire lezioni di canto e di pianoforte a signorine di ragguarde voli famiglie. Anzi si ricordava adesso di aver precisato perfino la cifra de' suoi guadagni, fa cendoli ammontare a trecento lire mensili. Quanto alla peregrina idea che ella aspirasse ad unirsi in matrimonio coll'onorevole, si trattava evidente mente di una ingenua supposizione di Flora: supposizione che bisognava dissipare subito per evitare che la bestiolina si lasciasse sfuggire, in proposito, qualche stupida frase in presenza del Montefalco e urtasse la prudente suscettibilità di lui, sempre vigile e ombrosa.

Adriana dunque disse lentamente, tenendo fisso lo sguardo sul volto della ragazza, perchè questa potesse afferrare intiero il senso recondito di ogni sua parola:

— Anche supposto che sia vero ch'io guadagni molto, come ti scrissi, dando lezioni di canto e pianoforte, ciò non vuol dire. Una donna ha sempre bisogno di chi la protegga, e l'onorevole Montefalco