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Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/229

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quell'uomo, che si teneva immobile e vestito di nero, l'agghiacciarono di terróre.

Si ricordava di aver letto che, in una epoca remota, i condannati venivano introdotti entro una cupa sala tappezzata di rosso, che è simbolo di sangue, al cospetto di truci uomini vestiti di nero, che è simbolo di morte, per udir leggere la sentenza del loro supplizio. Si avviticchiò, per istinto, al braccio dello sposo, e il volto di Gior gio s'illuminò di beatitudine per quella manife stazione di tenerezza che gli veniva dalla sua sposina.

— Lei è il signor Giorgio Gualterio? Lei è la signorina Flora Vianello? — chiese in fretta l'assessore e, senza aspettare la risposta, aggiunse precipitosamente:

— Loro sono qui convenuti per contrarre le gale matrimonio. Leggerò gli articoli del codice, che riguardano i doveri dei coniugi --· e, senza prender fiato, masticando le parole, trattando quei poveri doveri coniugali come se fossero dei sec catori, che a lui premesse levarsi dai piedi, lesse, per suo conto, gli articoli 130, 131 e 132, poi, sempre più vertiginosamente, domando:

— Giorgio Gualterio, volete voi prendere per vostra legittima moglie Flora Vianello qui pre sente? Flora Vianello, volete voi prendere per vostro legittimo marito Giorgio Gualterio qui pre sente? I testimoni hanno inteso? Signori, in no me della legge, io vi dichiaro uniti in matri monio.

Tutto ciò era stato detto con tale rabbia di fretta, che le risposte degli sposi e dei testi moni erano rimaste annegate nel vortice.

— Si compiacciano di firmare.