Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/236

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Di questo non puoi dubitare. A meno tu non sup ponga che io ti ho sposata per i tuoi milioni! — e rise dello scherzo, tenendosi stretta al braccio la sua donnina.

In carrozza s'intavolò una discussione fra Giorgio e il colonnello sull'opportunità del matrimonio re ligioso.

Giorgio, essendo ben pensante, sosteneva che, dopo tutto, un poco di religione non guasta; il colonnello, piccandosi di un certo liberalismo, tro vava che il matrimonio religioso è roba di altri tempi.

L'argomento venne ripreso a tavola, durante la colezione, imbandita nel salotto da pranzo di casa Gualterio.

— Ecco, io domando a che cosa ci sono ser vite le battaglie del risorgimento, se dobbiamo ancora fare i baciapile! esclamava il colonnello Frezzati, tagliando in due, con aria decisa, la sua cotoletta di vitella.

— Ma è un'altra cosa — rispondeva il cava liere infastidito, perocché l'inveire così contro il matrimonio religioso, gli pareva una mancanza di tatto da parte del colonnello.

— Con le idee non si discute. Ciascuno ha le sue e ciascuno se le tiene. Io penso bianco, e lei pensa nero. Caio pensa rosso, Tizio pensa verde e il mondo va magnificamente per la sua strada.

Renato, quantunque nòti interpellato da nes suno, osservò che gli antichi romani avevano tre forme di matrimonio e che ciascuno prendeva quella più confacente a' suoi bisogni.

Il padre si compiacque di tale interruzione. Gli faceva piacere constatare che i danari delle tasse scolastiche non erauo buttati al vento.