Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/241

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nulla, e trovò Flora, sdraiata in una grande pol trona a braccioli, col busto sorretto da un cuscino di piume e i piedi appoggiati sopra un piccolo sgabello.

Ella si divertiva a seguire con lo sguardo, dalla finestra spalancata, i giri capricciosi delle irre quiete rondinelle.

— Se volesse darmi ascolto — suggerì Anna Maria — lei dovrebbe tirarsi indietro e chiudere la finestra. Non sente freddo un pochino?

— Lasciami tranquilla — rispose Flora, mo vendo languidamente il capo biondo sul cuscino foderato di seta azzurra.

— Vedi? Sto così da due ore, senza muovere nemmeno un dito, e mi annoierei troppo se le rondinelle non mi tenessero compagnia.

Anna Maria, affacciandosi alla finestra e guar dando verso la grondaia con aria di corruccio, disse:

— Queste pettegole strillano, strillano, senza discrezione, e se a lei tornasse il mal di testa, il cavaliere sarebbe capacissimo di pigliarsela con me.

Flora si mise a ridere, ma pianino per non agitarsi.

— Prova a farle tacere, Anna Maria, potrebbe anche darsi che avessero soggezione del tuo ci piglio.

Ma le rondinelle, ardite e petulanti, andavano e venivano, frastagliandosi, incrociandosi, dicendosi mille cose di sfuggita, coi loro gridi altissimi, ar restandosi per un attimo sulla sponda del tetto, a visitare il nido, e disperdendosi pel cielo, con la rapidità del baleno, per tornare subito dopo ad ali aperte e tese.

Anna Maria si allontanò imbronciata, per l'osti-