Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/340

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Balbina parlava con la contessa, studiandone ogni gesto, per vedere che cosa ci losse di straor dinario in una donna, la quale aveva corso la cavallina sfrenatamente; ma il fare di Adriana era di una placidezza imperturbabile e i suoi discorsi della più innocente vacuità. Si lamentava con pa rola tranquilla della esigenza pazza delle persone di servizio e raccontava il dispiacere provato per l'ingratitudine di una cameriera, amata più di una figlia e dovuta licenziare su due piedi, perchè sorpresa a chiacchierare in istrada coll'inna morato.

L'argomento della servitù le appassionava en trambe, onde la conversazione divenne anima tissima e le due signore, dopo essersi scambiati molti consigli e molti apprezzamenti, finirono col giudicarsi assai favorevolmente a vicenda.

La contessa trovò che Balbina era una giovane signora posata ed accorta; Balbina trovò che la contessa possedeva una rara esperienza in quanto riguarda l'andamento della casa.

— Perchè Flora non parla mai e cerca sempre d'isolarsi? — domandò Balbina all'orecchio della contessa.

Adriana crollò il capo con un profondo so spiro.

— I figli sono ingrati, mia cara signora. Io ho dato a Flora una posizione invidiabile e Flora non ha saputo approfittarne.

I signori, fumando sigari eccellenti offerti dal cavaliere, divagavano sulle condizioni politiche del paese.

Giorgio era conservatore per temperamento. Tutto quanto esiste ha la sua buona ragione di esistere, non è vero? E, a ogni modo, gira e