Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/370

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trare nel tepore della stanza l'aria gelida del di fuori e che tutti fossero rimasti irrigiditi in una posa diffidente ed ostile.

Germano e il colonnello Frezzati stavano in piedi nel fondo della stanza presso la stufa di ot tone; Adriana, augusta e placida nell'abito violetto di velluto, era seduta sul divano con Balbina, che, si teneva al fianco Reginetta, quasi per sottrarla ad un pericolo; Giorgio, in piedi nel mezzo della stanza, dominava con l'alta pinguedine della sua persona e con la maestà della sua collera. La grossa testa canuta pareva quella di un molosso e gli occhi assonnati, sotto il peso delle palpebre troppo spesse, facevano supporre che egli si fosse concentrato nel pensiero di una meditata ven detta.

Flora lo guardò e abbassò subito il viso com prendendo che egli sarebbe stato inesorabile.

Marito e moglie si trovavano ai due lati op posti della tavola oblunga, scintillante di cristalli e di argenteria. L'elegante trofeo di fiori e di frutta spandeva intorno un profumo acuto, che si mesceva all'odore delle vivande ben cucinate. Una fruttiera, carica di aranci, chiazzava d'oro lo sfondo bruno della credenza, su cui da un lato si accatastavano i torroni avvolti in carta argentata, e dall'altro troneggiava un pangiallo incrostato di zucchero a bizzarri rabeschi. Otto bottiglie, dai colli fasciati, si aggruppavano in fondo, quali bat terie pronte a lanciare intorno lo scoppiettio dei frizzi e ad accendere nei cuori la gioia fervida.

Il tappeto diffondeva nei piedi di Flora un ca lore dolce; odori sostanziosi le accarezzavan le nari; ella non vedeva che indizi di agiatezza, e sentivasi nonpertanto cosi tapina e squallida, cosi