Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/94

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Ecco, bevi... 1 figli sono i nostri carnefici — ella disse.

— Hai ragione, pecorella mia — balbettò Gio vanni, centellinando la manna che Clelia gli por geva. — I figli sono i nostri carnefici - e, nel vedere che Balbina gli si era avvicinata e gli stava ginocchioni davanti come una Maria Madda lena, fu travolto da un nuovo impeto di collera.

— Cosa credi — egli esclamò — che io vo glia passartela liscia? Ma io ti caccio di casa questa sera, oggi, subito. Vai pure limosinando dove vuoi, ma non presentarti alla mia porta, perchè io prendo il fucile. Hai capito? — e sbuffava, si dimenava, e nella tonda faccia congestionata luc cicavano i piccoli occhi chiari striati di sangue.

Improvvisamente un'idea, alla quale finora non aveva pensato, gli attraversò il cervello.

--- E l'altro dove sta? Sarà certo un pez zente. Solo un pezzente è capace di simili fur fanterie!

--1 Germano Rosemberg — mormorò Balbina, e si coperse il volto tra le mani per poter più comodamente scrutare, di tra le dita semiaperte, quale effetto producesse il nome del seduttore.

Giovanni dette un balzo sulla seggiola. Corpo d> bacco, la faccenda prendeva subito tutt'altra piega! Germano Rosemberg non era un pezzente, e una ragazza che aveva saputo com promettersi con Germano Rosemberg meritava ogni riguarda! Balbina leggeva questi pensieri sulla faccia rasserenata, quasi giuliva, del padre, quantunque egli seguitasse a sbraitare per salva guardare, in certo qual modo, la sua dignità di offeso genitore. — Me ne rido io di Germano Rosemberg!