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114 IL TORRISMONDO

Persi, gialli, purpurei, azzurri, e bianchi,
Ch’in sull’aurora io colsi, e poi contesti
Gli ho di mia mano. Or degni il Re del Cielo
Gradir la mia devota, e pura mente,
Ed al Settentrion gli occhi rivolga
Pietosamente, e con benigno sguardo.


SCENA QUARTA

CAMERIERO, CORO

CAMERIERO

O Gotia, o d’Aquilone invitto regno,
O patria antica, oggi è tua gloria al fondo,
Oggi è ’l sostegno tuo caduto, e sparso;
Oggi fera cagion d’eterno pianto
A te si porge.

CORO

Ahi! che dolente voce
Mi percuote gli orecchi, e giunge al core!
Che fia?

CAMERIERO

Misera madre, e mesto giorno,
Reggia infelice; e chi vi muore, e vive,
Infelice egualmente. Orribil caso!

CORO

Narralo, e da principio al mio dolore.

CAMERIERO

Il Re doglioso alla dolente Alvida
Già detto avea, ch’al suo fedel Germondo
Esser moglie dovea, con brevi preghi
Stringendo lei, ch’in questo amor contenta,
Come ben convenia, quetasse il core,