Pagina:Tasso, Torquato - Il Re Torrismondo, Pisa, 1821.djvu/77

Da Wikisource.

ATTO TERZO 93

NUTRICE

L’amor fedele, io credo, e ’l fido amante.

ALVIDA

Ma fede si turbò talor per fede;
Non ch’amor per amor. S’amò primiero
Germondo Re possente, e Re famoso,
Cavalier di gran pregio e di gran fama,
E, come pare altrui, bello e leggiadro;
S’amò nemico, o pur nemica amando:
Tenne occulto l’amore al proprio amico,
Non è lieve cagion d’alto sospetto.

NUTRICE

Regia beltà, valore, e chiara fama
Del Cavalier, che fece i ricchi doni,
Se far non ponno or voi Regina amante,
Già far non denno il vostro Re geloso.
Deh! sgombrate del cor l’affanno, e l’ombra,
Ch’ogni vostro diletto or quasi aduggia.
Dianzi vi perturbava il sonno il sogno
Fallace, che giammai non serva intere
Le sue vane promesse, o le minacce;
E spavento vi diè notturno orrore
Di simolacri erranti, o di fantasmi;
Or desta, nuove larve a voi fingete,
E gli amici temete, e il Signor vostro;
E paventate i doni, e chi gli porta,
E chi gli manda, e le figure, e i segni,
Voi sola a voi cagion di tema indarno.

ALVIDA

A qual vendetta adunque ancor mi serba
Il temuto destino? E quale inganno,
O quali insidie vendicare io deggio?
Ov’è l’ingannatore? ov’è la fraude?