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76 IL TORRISMONDO

Quaggiuso, e fra gli Dei
Non si dilegua, e strugge,
Se divo, od uom non ti precorre, e fugge?
Ciò, che l’ira ne turba, or tu serena:
Spegni le sue faville,
Accendi le tue fiamme, e fa’ tranquille.
Strigni d’antica i nodi, Amor, catena,
Ond’anco è ’l mondo avvinto,
Catenato il furore, e quasi estinto.
Deh! non s’agguagli a te nemico indegno,
Perchè volga, e rivolga
Queste cose la Sorte,
Col tornar dolce vita, od atrà morte.
Diagli pur l’incestante instabil regno,
Annodi i lacci, o svolga,
In alte parti, o ’n ime,
Già non adegua il tuo valor sublime.
Tu nel diletto, e nel dolor più forte,
Miglior fortuna adduci,
E queste sfere, o quelle orni, e produci.
Tale apra, o serri in Ciel lucenti porte,
O vada il Sole, o torni,
Han possanza inegual le notti, e i giorni.
Contra fera discordia, Amor, contendi
Come luce coll’ombra.
Ma come l’arme hai prese
Contra amicizia? ahi! chi primier l’intese?
S’offenidi lei, pur te medesmo offendi;
Se il tuo valor la sgombra,
Te scacci, e secchi in parte,
Se amicizia da te dividi e parti.
Stendi l’arco per lei, Signor cortese:
Ella per te s’accinga,