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atto i. choro. | 27 |
Quell’Idolo d’errori, ldol d’inganno,
335Quel, che dal volgo inſano
Honor poſcia fù detto,
(Che di noſtra natura’l feo tiranno)
Non miſchiaua il ſuo affanno
Frà le liete dolcezze
340De l’amoroſo gregge;
Nè fù ſua dura legge
Nota à quell’alme in libertate auuezze:
Ma legge aurea, e felice,
Che natura ſcolpì, S’ei piace, ei lice.
345Allhor trà fiori, e linfe,
Trahean dolci carole
Gl’Amoretti ſenz’archi, e ſenza faci;
Sedean Paſtori, e Ninfe,
Meſchiando à le parole
350Vezzi, e ſuſurri, & à i ſuſurri i baci
Strettamente tenaci;
La Verginella ignude
Scopria ſue freſche roſe,
C’hor tien nel velo aſcoſe,
355E le poma del ſeno acerbe, e crude;
E speſſo in fonte, ò in lago
Scherzar ſi vide con l’amata il vago.
Tu prima, Honor, velaſti,
La fonte de i diletti,
360Negando l’onde à l’amoroſa ſete:
Tu à begli occhi inſegnasti
Quell’Idolo d’errori, ldol d’inganno,
335Quel, che dal volgo insano
Onor poscia fu detto,
(Che di nostra natura’l feo tiranno)
Non mischiava il suo affanno
Fra le liete dolcezze
340De l’amoroso gregge;
Né fu sua dura legge
Nota a quell’alme in libertate avvezze:
Ma legge aurea, e felice,
Che natura scolpì, S’ei piace, ei lice.
345Allhor tra fiori, e linfe,
Traean dolci carole
Gl’Amoretti senz’archi, e senza faci;
Sedean Pastori, e Ninfe,
Meschiando a le parole
350Vezzi, e susurri, ed a i susurri i baci
Strettamente tenaci;
La Verginella ignude
Scopria sue fresche rose,
Ch’or tien nel velo ascose,
355E le poma del seno acerbe, e crude;
E spesso in fonte, o in lago
Scherzar si vide con l’amata il vago.
Tu prima, Onor, velasti,
La fonte de i diletti,
360Negando l’onde a l’amorosa sete:
Tu a begli occhi insegnasti
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