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Ch’ivi men s’empie ov’ella piú n’abonde;
Né per brama d’onor ch’i tuoi confonde
Ordini giusti. E s’io rara bellezza
Seguii sol per vaghezza,
85Tu sai ch’a gli occhi desïosi apparse
Donna cosí gentile
Nel mio piú lieto e piú felice aprile
Che ’l giovinetto cor súbito n’arse:
Per questa al piacer mossi
90Rapidamente e dal tuo fren mi scossi.
Forse, io no ’l niego, incauto allor piagai
L’alma; e se quelle piaghe a lei fûr gravi,
Ella se ’l sa tanto il languir le piace,