Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu/187

Da Wikisource.

— 179 —

     E per sí bella donna anzi trar guai
     95Toglie, che medicine ha sí soavi,
     Che gioir d’altra, e ne’ sospir no ’l tace.
     Ma questo altero mio nemico audace,
     Che per leve cagion, quando piú scherza,
     Sé stesso infiamma e sferza,
     100In quella fronte piú del ciel serena
     A pena vide un segno
     D’irato orgoglio e d’orgoglioso sdegno
     E d’avverso desire un’ombra a pena,
     Che schernito si tenne,
     105E del dispregio sprezzator divenne.
Quanto ei superbí poscia e ’n quante guise
     Fu crudel sovra me, già vinto e lasso
     Nel corso e per repulse isbigottito,
     Il dica ei che mi vinse e non m’ancise;
     110Se ’n glorii pur ch’io glorïare il lasso.
     Questo io dirò, ch’ei folle, e non ardito,