Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu/188

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     Incontra quel voler che teco unito
     Tale ognor segue chiare interne luci
     Qual io gli occhi per duci,
     115Non men che sovra ’l mio l’armi distrinse;
     Perché ’l vedea sí vago
     De la beltà d’una celeste imago
     Come foss’io, né lui da me distinse;
     Né par che ben s’avveda
     120Che siam qua’ figli de l’antica Leda.
Non siam però gemelli: ei di celeste,
     Io nacqui poscia di terrena madre;
     Ma fu il padre l’istesso, o cosí stimo:
     E ben par ch’egualmente ambo ci deste
     125Un raggio di beltà, che di leggiadre
     Forme adorna e colora il terren limo.