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383.
Contro la luna la quale aveva interrotto un suo viaggio notturno.
Chi di mordaci ingiurïose voci
M’arma la lingua come armato ho ’l petto
Di sdegno? e chi concetti aspri m’inspira?
Tu, che sí fera il cor m’ancidi e coci,
5Snoda la lingua e movi l’intelletto
O nata di dolor giustissim’ira.
Vada or lunge la lira,
Conviensi altro istrumento a sí feroci
Voglie, in sí grave effetto;
10Tal che fin di lassú n’intenda il suono
L’iniqua Luna, in cui disnor ragiono.
Già spiegava nel ciel l’umide ombrose
Ali la figlia de la Terra oscura
Col Silenzio e col Sonno in compagnia,
15Ed involvea de le piú liete cose
Ne le tenebre sue quella figura
Per cui tra lor eran distinte pria: