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canto settimo 119


11
     Manfredi a Pasqualin di Pocointesta
tagliò d’un sottobecco il mento e ’l naso,
e fece rimaner con mezza testa
Piero Simon di Gasparin Pendaso.
Contra Manfredi con la lancia in resta
venia spronando il Mozzarel Tomaso;
quaud’ecco l’afferrò con un uncino
Archimede d’Orfeo Cavalierino.
12
     Correa l’inaveduto a tutta briglia,
senza badar s’alcun gli movea guerra:
e Archimede l’apposta e l’arronciglia,
e ’l fa cader d’arcion col culo in terra.
Per la coda il destrier Tomaso piglia
per ritenerlo; ed egli i piè diserra
con grazia tal, ch’in cambio di confetti
gli fa ingoiar dodici denti netti.
13
     Giannotto Pellicciar con un’accetta
spaccò la testa a Gabrio Calcagnino;
Obizo Angiari e Baldovin Falletta
uccisi fûr da Gemignan Porrino.
Con un colpo di mazza Anteo Pinzetta
ammaccò la visiera ad Acarino,
nato del seme altier di Giliolo,
e gli fece del naso un raviggiolo.
14
     Ma questo è un gioco a quel che fa Manfredi,
che tutta fracassata ha quella schiera.
Galasso Trotti ha morto e Gottifredi
Gualengui e Perondel di Boccanera;
e ’l Rosso Riminaldi ha messo a piedi
passato d’una punta a la gorgiera:
onde, d’ardire e d’ordinanza tolta,
la gente di Ferrara in fuga è volta.