Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/15

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canto primo 9


7
     quando il calor de la stagion novella,
che movea i grilli a saltellar ne’ prati,
mosse improvisamente una procella
di bolognesi a’ loro insulti usati.
Sotto due capi a depredar la bella
riviera del Panaro usciro armati;
passaro il fiume a guazzo, e la mattina
giunse a Modana il grido e la ruina.
8
     Modana siede in una gran pianura,
che da la parte d’austro e d’occidente
cerchia di balze e di scoscese mura
del selvoso Apennin la schiena algente;
Apennin ch’ivi tanto a l’aria pura
s’alza a veder nel mare il sol cadente,
che su la fronte sua cinta di gielo
par che s’incurvi e che riposi il cielo.
9
     Da l’oriente ha le fiorite sponde
del bel Panaro e le sue limpid’acque;
Bologna incontro; e a la sinistra l’onde
dove il figlio del sol giá morto giacque;
Secchia ha da l’aquilon, che si confonde
ne’ giri, che mutar sempre le piacque;
divora i liti, e d’infeconde arene
semina i prati e le campagne amene.
10
     Viveano i modanesi a la spartana
senza muraglia allor né parapetto;
e la fossa in piú luoghi era sí piana,
che s’entrava ed usciva a suo diletto.
Il martellar de la maggior campana
fe’ piú che in fretta ognun saltar del letto;
diedesi a l’arma, e chi balzò le scale,
chi corse a la finestra, e chi al pitale: