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canto nono | 173 |
E lo scudo porgendo al cavaliere:
— Questo è il premio, dicea, del vincitore
tratto da la colonna, e in tuo potere
lasciato al dipartir dal mio signore;
che per ragion di cortesia ti chere
che, come l’hai de l’alto tuo valore,
cosí ti piaccia ancor farlo avisato
del nome e de la patria onde se’ nato. —
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Ringalluzzossi il cavaliero e al nano
rispose: — Al tuo signor riferir puoi
che la mia stirpe vien dal lito ispano,
ed è famosa oltre i confini eoi.
Quel don Chisotto in armi sí sovrano,
principe degli erranti e degli eroi,
generò di straniera inclita madre
don Flegetonte il bel, che fu mio padre.
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Questi in Italia poscia ebbe domino,
e si fe’ in ogni parte memorando;
solo a la gloria sua mancò Turpino,
che scrivesse di lui come d’Orlando:
eroe non l’agguagliò né paladino,
e sol cedé al valor di questo brando;
e perché cosa occulta non rimagna,
digli ch’io sono il conte di Culagna.
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Ma poi c’ho soddisfatto al tuo desio
e t’ho dato di me notizia intera,
resta ch’ancor tu soddisfaccia al mio
in dirmi il nome e la sua stirpe vera. —
Rispose il nano: — Informerotti anch’io
di quel che brami: usciam de la riviera;
ché tanti cavaiier che colá vedi
bramano anch’essi quel che tu mi chiedi. —