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Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/255

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dichiarazioni di g. salviani 249


detto per rispondere a chi oppose giá al poeta che questo era un miscere sacra profanis, e che questo poema era una calza d’uno svizzero di due assise; non avendo mai letto Plinio secondo, nell’epistola XXI dell’ottavo libro ove egli favellò nella forma seguente: Ut in vita sic in studiis pulcherrimum et humanissimum existimo severitatem comitatemque miscere, ne illa in tristitiam, hæc in petulantiam excedat, etc.

CANTO SETTIMO

S. 5, v. 1: Omero finge ragionamenti tra colpo e colpo, e in particolare fa narrare la stirpe loro agli stessi combattenti nell’atto del menar le mani. Però se Aristotile fosse stato soldato non l’avrebbe lodato né in questo né in molte altre cose, dove parla della milizia bamboleggiando.

S. 9, v. 1: Parla come nemico; e attribuisce a mancamento ai ferraresi quello ch’era lode loro, cioè il tener col papa. Cosi Enzio nel canto precedente come nemico chiama papisti i guelfi; e il poeta deve imitare chi favella.

S. 16, v. 1: Nel poema dell’innamoramento d’Orlando si legge che, combattendo quel paladino col re Agricane, e vedendo quel barbaro i suoi che fuggivano, pregò Orlando che glieli lasciasse rimettere in battaglia, che poi ritornerebbe a duellare con esso lui: e Orlando se ne contentò. Ma qui Voluce dice Ch’Orlando è morto, e non è piú quel tempo.

S. 21, v. 8: Un tal principe greco, che si vantava della stirpe di Costantino Magno, e mostrava privilegi di cartapecora vecchia, veggendo l’ambizione degl’italiani, dava loro titoli a decine senza risparmio per ogni minima mercede. E a Ferrara fe’ gran profitto, dove infeudò le terre del Turco.

S. 27, v. 1: Veramente Bosio Duara signor di Cremona rimase anch’egli prigioniero de’ bolognesi in quella guerra.

S. 29, v. 2: Questi versi non diceano cosí nella prima stampa, ma il poeta volse onorare Omero Tortora istorico amico suo e gli mutò.

S. 34, v. 1: Nomi perugini accorciati.

S. 34, v. 8: Questi professava di parlar peruginissimamente secondo il volgare del popolo, e si poteva imparar da lui il parlar perugino.