Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/271

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CANTO PRIMO

1
     Cantiam, Musa, l’eroe di gloria degno,
ch’un nuovo mondo al nostro mondo aperse,
e da barbaro culto e rito indegno
vinto il ritrasse e al vero Dio l’offerse.
La discordia de’ suoi, l’iniquo sdegno
de l’inferno ei sostenne, e l’onde avverse
e con tre sole navi ebbe ardimento
di porre il giogo a cento regni e cento.

2
     Tu, magnanimo Carlo, a cui le porte
d’Italia il re del ciel diede in governo
perché la difendessi ardito e forte
da l’inimico oltraggio e da lo scherno,
tu gradisci il mio canto; e tu da morte
privilegialo sí ch’ei viva eterno;
ché tuo nome immortal fuor di se stesso
può l’opre anco eternar dove sia impresso.

3
     Da i termini d’Alcide avea giá sciolte
le vele il domator de l’oceáno,
e con le prore a l’occidente vòlte
si lasciava a le spalle il lito ispano:
tutte d’intorno a lui parean sepolte
le tempeste nel mar placido e piano,
e invitata da un ciel puro e sereno
gli apriva Teti al gran disegno il seno.