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canto primo 279



56
     Ond’ei tornò tutto dolente e mesto
fra sé volgendo il non pensato caso:
e di perder temendo ancora il resto
che vacillando seco era rimaso,
l’áncore svelse e usci del porto presto
e le vele spiegò verso l’occaso,
gridando da la poppa in alto suono:
— Poi che m’abbandonate, io v’abbandono.

57
     Ma che fará con così poca gente?
egli stesso nol sa, né si sgomenta;
l’isola gira, e di lontan sovente
manda uno schifo, e gli animi ritenta;
ma sorda sempre ai prieghi suoi piú sente
farsi ogni orecchia: ogni speranza è spenta:
ond’al fin parte, e i legni in alto mare
porta il vento; né piú l’isola appare.

58
     Qual tortore che i figli abbia guidati
fuora del nido in non sicura parte,
poi che s’accorge o de’ vicini aguati
o del periglio lor sospetta in parte,
gli stimola a fuggir con dolci usati
susurri, e va girando e torna e parte,
e quando vede al fin che nulla vale,
s’allontana da lor spiegando l’ale;

59
     tal il Colombo infino a l’altra aurora,
col vento in poppa a piene vele corse:
pregavanlo i compagni a far dimora,
e gian piangendo e di lor vita in forse:
quando calò le vele, e la sua prora
tutto in un tempo a l’oriente ei torse;
prese il vento per fianco; e diede segno
ch’a l’isola tornar facea disegno.