Pagina:Tassoni, Alessandro – Prose politiche e morali, 1930 – BEIC 1938357.djvu/9

Da Wikisource.

DIFESA DI ALESSANDRO MACEDONE


DIALOGO PRIMO


Quivi si piangon gli spietati danni,
quivi è Alessandro e Dionisio fèro
che fe’ Sicilia aver dolorosi anni.


Avendo il signor Francesco Cavalca letti per sorte questi tre versi nell’Inferno di Dante1, una dell’ultime sere di carnevale, che si trovavano in casa sua il signor Annibaie Sasso e il signor Scipione Valentino, per passare il tempo con qualche ragionamento piacevole; ecco che ’l Valentino, tosto levatosi in piedi e rivolto al Sasso, che gli sedeva vicino al foco, come alterato da súbita allegrezza, proruppe in queste parole.

Valentino. Or che direte, signor Annibaie, del vostro Alessandro, il quale con tanto studio solete essaltare sovra tutti i gentili; parvi ora di poterlo campare dall’accusa di Dante?

Sasso. Senza alcun dubbio.

Valentino. E come? non istimate voi forse sufficiente la sua autoritá?

Sasso. Anzi sufficientissima.




  1. Dante nell'Inferno, canto XII.