Pagina:Tempesta.djvu/137

Da Wikisource.


Atto quarto, Scena unica 121

                            Ferdinando.

        Ve lo prometto, o mio signore,
 La bianca e fredda neve virginale
ch'io stringo al petto, spegne entro le vene ogni ardore.

                            Prospero.

               Sta bene. E tu, Ariele,
vieni e un rinforzo arreca. È meglio avere
qualche spirito in più. Vieni. Le lingue
trattenete ed aprite gli occhi. Attenti.

                      UNA RAPPRESENTAZIONE

                                  Entra Iris

                            Iris.

O Cerere feconda, lascia i tuoi vasti piani
ricchi d'orzo, d'avena, di piselli e di grani;
i tuoi monti ove il gregge fra l'erba atterra il muso;
i pingui prati ove sta raccolto nel chiuso;
le rive che l'aprile umido, al tuo comando
di gigli e di peonie171-1 fiorisce in cima, quando
di lor fredde ghirlande si voglion coronare
le caste ninfe: l'ombre delle ginestre care
all'amante tradito; le viti arrampicate
su pali e le tue spiagge marine, desolare
e rocciose, ove aspiri l'aspra brezza fragrante;
la Regina del Cielo di cui son lo stillante