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140 la tempesta


a lui fuggite se si avanza, e voi
gnomi che al chiar di luna disegnate
di quei cerchi, danzando, che fan l'erba
amara dove più non bruca il gregge,
e voi cui solo passatempo è fare
nascere i funghi a mezzanotte e tutti
vi rallegrate udendo il coprifuoco
solenne, siete assai deboli spirti
e pur col vostro aiuto il sole ardente
nel meriggio ho oscurato ed i ribelli
venti evocando ho spinto ad aspra guerra
il verde mar contro l'azzurro cielo.
Ho la folgore urlante acceso e l'alta
quercia ho colpito con la fiamma stessa
di Giove e i saldi promontorii ho scosso
ed il cedro e l'abete ho capovolto.
Le tombe al mio comando hanno svegliato
i dormienti e per virtù di mia
arte si sono aperte e li han lasciati
liberi. E pure a questo incantamento
rinuncio e dopo che avrò ancor richiesto
qualche celeste musica – ed è quello
che sto facendo – per oprar sui loro
sensi che è quanto ha perseguito il mio
aereo inganno, romperò per sempre
la magica bacchetta, molte braccia
sotto terra celandola e fin dove
ancor non è disceso lo scandaglio
affonderò il mio libro.