Vai al contenuto

Pagina:Teoli - Teatro Historico di Velletri.djvu/50

Da Wikisource.

dire Speroni, se n'ardornarono le Loggie Capitoline, onde pigliarono il nome de Rostri. Se ne vedono le rovine lacrimevoli, et il famoso Porto ripieno, delle quali se ne fabricò un Castello, hoggi detto Nettuno, con Fortezza per impedimento à Corsari, e buona parte del sito è posseduto dal nostro Convento di S. Bartolomeo.

Apiola1, quale per parere di Valerio Antiate fù presa da Tarqinio Rè, e delle rovine di essa ne fabricò il superbo Capitolio Seggio de' Trionfanti, della quale, oltre à Messala Corvino, dice Strabone, Apiola Urbs, quam Tarquinius Priscus delevit.

Aquino, fù una Città grande, così chiamata da Strabone, Aquinum Urbs Magna. Fù fatta Colonia dalli Triumviri, così dice Frontino, Aquinum muro ductam, à Triumviris deductam. In questa Città fù come essiliato Dolabella, riferisce Tacito, Sepositus, per tres dies Cornelius Dolabella in Coloniam Aquinatem, dove ancora fu ucciso, Occidi Dolabellam iuissit, quem in Coloniam Aquinatem sepositum ab Othone retulimus; e se bene al presente questa Città è quasi distrutta; nulladimeno è celebre per li natali del Glorioso S. Tomasso Dottor Angelico, di cui disse il Flaminio, In praelcara Patria, in vetusta, et primaria Volscorum Urbem Aquino, ex clarissimis Parentibus, iisque Principibus, è quibus etiam Mater, duorum Regum Sicilia vidilicet, et Aragoniæ Matertera fuerat, magnus hic Doctor natus est. Qui, quantus, etc.

Arce, dalla quale piglia il nome la Villa di Cicerone, chiamata Arcano, e ne scrisse à Quinto suo fratello, dicendo In Arcano fui, ibi Massidiam cum Polixeno, aquamque, quam ii ducebant, non longè à Villa bellè fanè fluentem vidi. Ne habbiamo di ciò il rincontro, perchè nel Martirologio Romano vi stà, Arcani in Latio con la festa di S.Eleuterio Martire per li 14.d'Ottobre; uno de' quali stà non molto distante da Arce, e l'altro dentro la Rocca, onde ragionevolmente si doveva dire, che Arcano sia l'istessa Terra d'Arce.

Arpino, Patria di persone insigni, come di Caio Mario, che fù sette volte Console, e di Cicerone, di cui, come si è

  1. Apiolae fu distrutta secondo la leggenda dal re Tarquinio il Superbo, ed era situata nei pressi del Monte Savello, tra Pavona ed Albano Laziale.