Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu/113

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CINO DA PISTOIA

               Secondo ch’era qua giù meraviglia,
               65Così lassù somiglia,
               E tanto più quanto è me’ conosciuta.
               Come fu ricevuta
               Dagli angioli con dolce canto e riso,
               Li spirti vostri rapportato l’hanno,
               70Che spesse volte quel viaggio fanno.
          Ella parla di voi con que’ beati,
               E dice loro: ‘ Mentre che io fui
               Nel mondo, ricevetti onor da lui,
               Laudando me ne’ suoi detti laudati ’:
               75E prega Dio, lor signor verace,
               Che vi conforti, sì come vi piace.


62 Sonetto
I
O fui ’n su l’alto e ’n sul beato monte,

Ove adorai baciando il santo sasso,
               E caddi ’n su quella pietra, ohimè lasso!
               4Ove l’onestà pose la sua fronte,
          E ch’ella chiuse d’ogni virtù ’l fonte
               Quel giorno che di morte acerbo passo
               Fece la donna de lo mio cor lasso,
               8Già piena tutta d’adornezze conte.
          Quivi chiamai a questa guisa Amore:
               ‘ Dolce mio dio, fa che quinci mi traggia
               11La morte a sè, chè qui giace il mio core ’.
          Ma, poi che non m’intese il mio signore,
               Mi dipartii pur chiamando Selvaggia;
               14L’alpe passai con voce di dolore.

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