Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu/157

Da Wikisource.

FAZIO DEGLI UBERTI

               Paion d’amor, creati a la verdura;
               Fuggita han la paura
               25Del tempo, che fu lor cotanto greve,
               E così par ciascun viver contento.
               Ed io, lasso! tormento
               E mi distruggo come al sol la neve;
               Perchè lontan mi trovo dalla luce
               30Che ogni sommo piacer seco conduce.
          Simil con simil per le folte selve
               Si trovan i serpenti a suon di fischi;
               In fino a’ basilischi
               Seguon l’un l’altro con benigno aspetto;
               35E i dragoni e l’altre fere belve,
               Che sono a riguardar sì pien di rischi,
               Punti d’amore e mischi
               D’un natural piacer prendon diletto.
               E così par costretto
               40Ogni animal che in su la terra è scorto
               In questo primo tempo a seguir gioia:
               Sol io ho tanta noia
               Che mille volte il dì son vivo e morto,
               Secondo che mi sono o buoni o rei
               45I subiti pensier ch’io fo per lei.
          Surgono chiare e fresche le fontane
               L’acqua spargendo giù per la campagna,
               Che rinfrescando bagna
               L’erbette e i fiori e gli arbori che trova.
               50E i pesci ch’eran chiusi per le tane,
               Fuggendo del gran verno la magagna,
               A schiera e a compagna
               Giuocan di sopra, sì ch’altrui ne giova:
               E così si rinnova
               55Per tutto l’alto mare e per li fiumi


157