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MATTEO MARIA BOIARDO

112 v
L
IGIADRO veroncello, ove è colei

Che de sua luce aluminar te sòle?
               Ben vedo che il tuo damno a te non dole;
               4Ma quanto meco lamentar ti dei!
          Chè, sanza sua vagheza nulla sei;
               Deserti i fiori e seche le viole:
               Al veder nostro il giorno non ha sole,
               8La notte non ha stelle sanza lei.
          Pur mi rimembra che te vidi adorno,
               Tra’ bianchi marmi e il colorito fiore,
               11De una fiorita e candida persona.
          A’ toi balconi allor se stava Amore,
               Che or te soletto e misero abandona,
               14Perchè a quella gientil dimora intorno.


113 vi
F
IOR scoloriti e palide viole,

Che sì suavemente il vento movo,
               Vostra madona dove è gita? e dove
               4È gito il Sol che aluminar vi sòle? —
     — Nostra madona se ne gì col sole,
               Che ognor ce apriva di belleze nove;
               E, poichè tanto bene è gito altrove,
               8Mostramo aperto quanto ce ne dole. —
     — Fior sfortunati e viole infelici,
               Abandonati dal divino ardore
               11Che vi infondeva vista sì serena! —
     — Tu dici il vero: e nui nelle radici
               Sentiamo il damno; e tu senti nel core
               14La perdita che nosco al fin ti mena. —

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