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ALESSANDRO MANZONI

               Quante volte sull’Alpe spiasti
               L’apparir d’un amico stendardo!
          Quante volte intendesti lo sguardo
               84Ne’ deserti del duplice mar!
               Ecco alfin dal tuo seno sboccati,
               Stretti intorno a’ tuoi santi colori,
               Forti, armati de’ proprj dolori,
               88I tuoi figli son sorti a pugnar.
          Oggi, o forti, sui volti baleni
               II furor delle menti segrete:
               Per l’Italia si pugna, vincete!
               92Il suo fato sui brandi vi sta.
               O risorta per voi la vedremo
               Al convito de’ popoli assisa,
               O più serva, più vil, più derisa
               96Sotto l’orrida verga starà.
          O giornate del nostro riscatto!
               O dolente per sempre colui
               Che da lunge, dal labbro d’altrui,
               100Come un uomo straniero, le udrà!
               Che, a’ suoi figli narrandole un giorno,
               Dovrà dir sospirando: ‘ Io non c’era ’;
               Che la santa vittrice bandiera
               104Salutata quel di non avrà.


307 Coro

(Adelchi, atto III)

D
AGLI atrj muscosi, dai fòri cadenti,

Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
          3Dai solchi bagnati di servo sudor,
          Un volgo disperso repente si desta;


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