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GIACOMO LEOPARDI
Da mediocrità: sceso il sapiente
E salita è la turba a un sol confine,
175Che il mondo agguaglia. O scopritor famoso,
Segui; risveglia i morti,
Poi che dormono i vivi; arma le spente
Lingue de’ prischi eroi; tanto che in fine
Questo secol di fango o vita agogni
180E sorga ad atti illustri, o si vergogni.
317 | Bruto Minore |
Giacque ruina immensa
L’Italica virtute, onde alle valli
D’Esperia verde, e al Tiberino lido,
5Il calpestio de’ barbari cavalli
Prepara il fato, e dalle selve ignude,
Cui l’Orsa algida preme,
A spezzar le Romane inclite mura
Chiama i Gotici brandi;
10Sudato, e molle di fraterno sangue,
Bruto per l’atra notte in erma sede,
Fermo già di morir, gl’inesorandi
Numi e l’averno accusa,
E di feroci note
15Invan la sonnolenta aura percote.
Stolta virtù, le cave nebbie, i campi
Dell’inquiete larve
Son le tue scole, e ti si volge a tergo
Il pentimento. A voi, marmorei numi
20(Se numi avete in Flegetonte albergo
O sulle nubi), a voi ludibrio e scherno
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