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GIUSEPPE GIUSTI
L’artistico, il togato,
32Il regno letterario
È tutto una morìa.
Niccolini è spedito;
Manzoni è seppellito
36Co’ morti in libreria.
E tu giunto a compieta,
Lorenzo, come mai
Infondi nella creta
40La vita che non hai?
Cos’era Romagnosi?
Un’ombra che pensava
E i vivi sgomentava
44Dagli eterni riposi.
Per morto era una cima.
Ma per vivo era corto;
Difatto, dopo morto,
48È più vivo di prima.
Dei morti nuovi e vecchi
L’eredità giacenti
Arricchiron parecchi
52In terra di viventi:
Campando in buona fede
Sull’asse ereditario,
Lo scrupoloso erede
56Ci fa l’anniversario.
Con che forza si campa
In quelle parti là!
La gran vitalità
60Si vede dalla stampa.
Scrivi, scrivi e riscrivi,
Que’ Genii moriranno
Dodici volte l’anno,
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