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GIOSUÈ CARDUCCI

Sotto una verde querela Rolando con Ettore parla,
Sfolgora Durendala d’oro e di gemme al sole:

Mentre al florido petto richiamasi Andromache il figlio.
20Alda la bella, immota, guarda il feroce sire.

Conta re Lear chiomato a Edippo errante sue pene,
Con gli occhi incerti Edippo cerca la sfinge ancora:

La pia Cordelia chiama: ‘ Deh! Candida Antigone, vieni!
24Vìeni, o greca sorella! Cantiam la pace a i padri.’

Elena e Isotta vanno pensose per l’ombra de i mirti,
Il vermiglio tramonto ride a le chiome d’oro:

Elena guarda l’onde: re Marco ad Isotta le braccia
28Apre, ed il biondo capo su la gran barba cade.

Con la regina Scota su ’l lido nel lume di luna
Sta Clitennestra: tuffan le bianche braccia in mare,

E il mar rifugge gonfio di sangue fervido: il pianto
32De le misere echeggia per lo scoglioso lido.

O lontana a le vie dei duri mortali travagli
Isola de le belle, isola de gli eroi,

Isola de’ poeti! Biancheggia l’oceano d’intorno,
36Volano uccelli strani per il purpureo cielo.

Passa crollando i lauri l’immensa sonante epopea
Come turbin di maggio sopra ondeggianti piani;

O come quando Wagner possente mille anime intona
40A i cantanti metalli; trema a gli umani il core.

Ah, ma non ivi alcuno de’ novi poeti mai surse,
Se non tu forse, Shelley, spirito di titano

Entro virginee forme: dal divo complesso di Teti
44Sofocle a volo tolse te fra gli eroici cori.


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