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Nata scoppiò in un riso stridente che la fece tossire e le imporporò le gote:
— Avete delle curiosità malsane, amico mio. Io non ho mai avuto la pretesa di arrivare a saper tanto... e forse ho fatto meglio.
— Vi dirò quel che sono io. Sono uno stupido, che mentre voi gli ridete in faccia vi ama come un pazzo. Vi ho amata per tre mesi senza saperlo, senza sospettarlo, credendo che quella prima fase donchisciottesca del mio sentimento avesse realmente dato luogo a una semplice amicizia. — Voi eravate tutt’altra donna. Ad un tratto questa passione m’irrompe in cuore come una febbre, come un delirio. Le vostre parole, i vostri sorrisi, i vostri sarcasmi mi frustano il sangue nelle vene, e adesso capisco come si possa uccidersi per svincolarsi dal vostro fascino funesto.
A queste ultime parole, ella che ascoltava immobile e senza guardare Giorgio trasalì, e si volse repentinamente verso di lui, più pallida di prima, piantandogli in volto gli occhi spalancati e pieni di una espressione selvaggia.