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seconda 119

Era questa di assi unite ed impeciate con lino, e conteneva due mila metrete (cioè 216,000 libbre in circa d’acqua). Vicina alla cisterna era una peschiera fatta di molte tavole di legno con lame di piombo: era piena d’acqua salsa, ed in essa ben nodrivansi molti pesci. Dai lati della nave sporgevansi in fuori alcune travi a proporzione tra loro distanti, le quali sostenevano i ripostigli per le legne, i forni, le cucine, le macine, ed altri molti ministeri servili. Sull’esterior della nave v’erano molte statue alte sei braccia, che rappresentavano Atlante, le quali tutte secondo il loro ordine sostenevano la mole del tavolato ed il lavoro fatto a canaletti nelle cornici delle colonne. Tutta la nave poi era adornata di proporzionate pitture, ed era munita d’otto gran torri che corrispondevano alla sua altezza, due in poppa, due in prora, e l’altre nel mezzo. A cadauna poi di queste erano legate due antenne, e di sopra eranvi alcuni fori, per mezzo de’ quali si lanciavano de’ sassi contra i nemici che s’avvicinavano. Ognuna di queste torri veniva ascesa da quattro giovani armati e due arcieri, e l’interno di queste era tutto pieno di sassi e di saette. V’era inoltre fabbricata per il lungo della nave una muraglia co’ ripari e coi tavolati, e sopra di questi era collocata una balista da tre legni a guisa di triangolo sostenuta, che lanciava un sasso di tre talenti (quando questi talenti si considerino attici dell’ordine de’ minori, come io credo ragionevole, secondo l’usanza comune degli antichi, pesava quel sasso cento ottanta sette libbre e mezza romane; imperciocchè ogni