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molti anni, ed altre simili collezioni; e molte medaglie vi si troveranno che hanno non dubbi segni di rimotissima antichità; ciò sono la forma de caratteri che molto si accosta alle lettere ebraiche, o fenicie, l’usarsi l’H greco per semplice aspirazione, il non vedersi ancora l'Ω, ma solo l‘Ο, e l’essere disposte le parole alla maniera orientale, cioè da destra a sinistra: da’ quali contrassegni giustamente inferisce lo Spanhemio (Dissert. 2 de Praestant. et usu Numism.) essere queste medaglie di 500 e forse più anni anteriori all’era cristiana, del qual tempo appena è che altre medaglie si trovino1. E veramente tra quelle che abbiam della Grecia, forse non vedrassene alcuna con tali caratteri d’antichità. Io ben so che il suddetto principe di Torremuzza, uno de’ principali ornamenti della Sicilia sua patria, combatte la prova dell’antichità delle medaglie, che si trae dall’iscrizione di esse fatta in modo che cominci da destra, e vada a terminare nella sinistra, e dice (Antiche Iscriz. di Palermo, p. 248) che di tali medaglie molte ne ha egli anche de’ tempi di Vespasiano e di Tito. Ma io temo che il ch. autore non abbia qui ben distinte due cose; perciocchè altro è che la leggenda cominci dalla destra e volga a sinistra contro l’ordinario costume delle medaglie; altro è che le lettere che formano le

  1. Su questo argomento veggansi ancora le riflessioni del Winckelmann sulle monete e sulle altre antichità siciliane e della Magna Grecia (Storia dell'Arti, tom. 1, pag. 275, ec. edizione rom.).