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libro secondo 269

da lui scritti sopra il Dritto civile. Furono ancora circa il medesimo tempo e M. Giunio Bruto e P. Muzio Scevola, i quali, come dimostra il più volte citato avv. Terrasson, scrissero amendue su tale argomento, uno sette, l’altro dieci libri. La maggior gloria però di Muzio fu quella di avere avuto un figlio che tra’ più illustri Romani a ragione si annovera, cioè Q. Muzio Scevola. Ma di lui avremo a parlare nel libro seguente.


Le arti liberali poco allor conosciute in Roma. VI. Sarebbe qui luogo opportuno a dire ancora alcuna cosa sulle arti liberali della pittura, della scultura, dell’architettura, le quali a questo tempo medesimo cominciarono ad aver pregio in Roma. Ma come assai scarso argomento ci offrirebbero esse ora a parlarne, ciò che ad esse appartiene sarà da noi raccolto ed esposto seguitamente nell’epoca alla quale ora ci convien fare passaggio.

LIBRO TERZO

Letteratura de’ Romani dalla distruzion
di Cartagine fino alla morte di Augusto.

Chiunque prende a esaminare attentamente le vicende di Roma, non può non riflettere che la romana letteratura andò quasi a ugual passo avanzandosi coll’armi romane. Finchè queste si stettero angustamente rinchiuse tra’ popoli confinanti, appena conobbesi in Roma letteratura di sorte alcuna. Non sì tosto cominciarono esse nel sesto secolo a rompere ogni