Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/443

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394 PARTE TERZA egli viveva, Bruto e Calvo, come Quintiliano afferma (l. 12, c. 1), ne riprendevan!! lo stile, e singolarmente, come lo stesso autore racconta (ib. c. 10), dicevasi da alcuni che troppo gonfio c ridondante e asiatico esso fosse; a’ quali si può vedere come saggiamente risponde questo giudizioso scrittore. Al tempo d’Augusto principalmente contro di lui si rivolse, e infierì quasi, Asinio Pollione, il quale ogni arte adoperò per oscurarne la fama. Ma di lui e di questo suo odio contro di Cicerone avremo da favellare tra poco. Qui aggiugnerò solamente, che il figliuolo ancora di Asinio Pollione, nominato Asinio Gallo, seguì in ciò gli esempii paterni, e un libro scrisse, per testimonianza di Plinio il Giovane (l. 7, epist. 4), in cui paragonando suo padre con Cicerone, al primo avea data la preferenza. L’imperador Claudio, che in mezzo a grandissimi vizj era nondimeno uom colto e amante della letteratura, prese egli stesso ad impugnar questo libro e a fare l’apologia di Cicerone (Sveton in Claud. c. 41)• Ebbevi ancora un Largio Licinio che divolgò, al riferire di Gellio (l. 17, c. 1), un libro contro di sì grande oratore, coll1 ingiurioso titolo di Ciceromastix. Ma la miglior risposta che a questi ed altri somiglianti saccenti si possa fare, si è il riflettere collo stesso Gellio, che se persino , coni’ egli dice, contro gl’iddii si è scritto da alcuni, non è maraviglia che i più grand’uomini stessi divengan talvolta il bersaglio di una indegna e disdicevole maldicenza. Di Cicerone si parla ancora nell’antico dialogo De Caussis corruptae Eloquentiae,