Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/466

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LIBRO TERZO 4*7 XXVTIl. Così spiegata l’origine del decadimento della romana eloquenza, rimane a vedere chi ne fossero i principali autori. Molti ne incolpano Seneca; ma assai prima di lui avea l’eloquenza sofferto un rovinoso tracollo. L’ab. Gedoyn nella bella prefazione premessa alla traduzion francese di Quintiliano, da lui pubblicata in Parigi l’anno 1718, ne accusa singolarmente Ovidio e Mecenate. Ma l’esempio di Ovidio non poteva certo aver forza su gli oratori che non volevano da un poeta apprendere l’eloquenza. Mecenate egli pure non fu oratore; e benchè possa aver concorso a introdurre uno stil languido e ricercato, di cui già abbiamo veduto ch’ei si compiacque, pare nondimeno che dalla schiera stessa degli oratori si debba sceglier l’autore di questo decadimento; e io penso che questi fosse singolarmente Asinio Pollione (*). Era egli uom colto (*) Torna qui in campo l’ab. Lampillas (t.1,p. 84), e mi oppone che Mecenate assai più che Pollione fu l’autore della corruzione dell’eloquenza. Ciò poco monta al mio e al suo argomento, ed è inutile il! disputarne più oltre. Si legga ciò ch’io ne ho detto, si legga ciò che ne dice l’ab. Lampillas; si confrontin tra loro i due passi; si esamini se lo stile languido e effeminato di Mecenate abbia avuti imitatori e seguaci, e ognun tenga l’opinione che più gli piace. Non è qui luogo d’esaminare un’altra obbiezione che poco prima ni avea egli fatto (p. 73), cioè, che benchè io non neghi che prima de’" Seneca avesse l’eloquenza sofferto un rovinoso tracollo, da essi però affermo ch’ebbe ella il maggior danno; il che die’ egli esser falsissimo, perchè fin dagli ultimi anni di Cicerone l’eloquenza avea cominciato a Tiraboschi, Voi. 1. 27