Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/473

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4^4 PARTE TERZA par che accadesse subito dopo la morte di Cicerone. Inoltre può essere che Cassio Severo fosse un de’ primi ad allontanarsi dall’eloquenza di Cicerone; ma egli non era uomo di tal credito e di tal potere in Roma a operarvi sì gran cambiamento. Certo tutte le cose che finora abbiain dette di Pollione, ci rendon assai più probabile ch’egli e non altri fosse il principale autore eh questa rivoluzione. gloria di. quel secolo (d’Augusto) coi difetti di questi scrittori, e perciò ho differito a parlarne fino a poterli accoppiare co’ due Seneca , pretesi corruttori dell’eloquenza. Piacevole accusa per vero dire. E d’onde mai trae il sig. ab. Lampillas ch’io abbia voluto rimuovere dal secol d’Augusto la traccia di aver corrotta l’eloquenza? Non ho io detto or ora che dopo la morte di Cicerone più non sorse oratore che a lui si potesse uguagliare, o almeno non molto da lungi il seguisse, e che Cicerone medesimo se ne avvide nei suoi ultimi anni, e chiaramente disse che la latina eloquenza andava dicadendo miseramente? Non ho io detto nel luogo medesimo: Questo dicadimento dell’eloquenza latina appartiene ai tempi di cui parliamo (cioè d’Augusto)? E non ho io a questo fine esaminata in quest’epoca l’origine di tal decadenza? Io ho differito a parlare di que’ retori al secolo di Tiberio; perchè volendo in esso parlar di Seneca il Retore , ho creduto di dovere ad esso accoppiare gli altri de’ quali egli ragiona , ed ivi ho nominati indistintamente e Romani e Spagnuoli, secondo che l’occasione ha richiesto. Ma se il sig. ah. Lampillas vuole che in una nuova edizione della mia Storia io ponga nel secol d’Augusto tutti quei retori , ubbidirò al suo comando, nè dovrò perciò cambiare alcuna delle massime da me stabilite, e sarà sempre vero che i Seneca hanno recato il maggior danno alla latina eloquenza, di che dovremo ragionar poscia di nuovo.