Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/472

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LIBRO TERZO XXXI. Queste, a mio parere, si furono le principali cagioni per cui la latina eloquenza dopo la morte di Cicerone degenerò e venne meno. Io so che altri ne incolpano Cassio Severo orator celebre a’ termpi di Augusto, e si appoggiano a un passo dell’autor del Dialogo De Caussis corruptae Eloquentiae, da noi poc’anzi citato, ove si dice: Cassium Severum primum affirmant flexisse ab illa vetere atque directa dicendi via. Ma vuolsi riflettere che questi non fiorì che verso il fine dell’impero di Augusto; perciocchè la Cronaca Eusebiana ne pone la morte seguita sotto Tiberio, e dopo venticinque anni di penosissimo esilio, l’anno 784 di Roma, ossia nel quarto anno dell’olimp. ccu (‘). E il cambiamento dell’eloquenza (’) Ecco un’altra accusa dell’ab. Lampillas. Ei si stupisce (t. 1, p. 91) di una mia infelice argomentazione v ove a questo luogo dal vedere che Cassio Severo morì 1’anno’ "784 di Roma, cioè diciotto anni dopo Augusto, dopo 25 anni d’esilio, ne cavo per conseguenza ch’ei fiorì verso la fine dell’impero d’Augusto. Io confesso che non so vedere la falsità di questa illazione. Cassio fu esiliato l’anno 759, sette anni prima della morte di Augusto, il cui assoluto impero cominciò al più tardi nel 726, e durò perciò quarant" quarant’anni. Se Cassio fiorì dopo i primi venti o venticinque anni dell1 impero di Augusto, non si può egli dire che fiorì verso la fine di esso? Egli poi impiega più pagine della sua opera a dimostrare che molti degli oratori e de’ retori corruttori dell’eloquenza , de’ quali io ho parlato nel secolo di Tiberio, fiorirono veramente in quello d’Augusto i e dice (spertissimo com’egli è nel penetrar gl’interni disegni degli uomini) che ciò io ho fatto perchè non ho creduto (p. 93) dover oscurar la