Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/529

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48o PARTE TERZA e quanto alle massime che v’insegna. E l’anno 1695 fu stampato in Parigi un libro di autor anonimo con questo titolo: Discernimento della, vera e della falsa morale, in cui si fa vedere il falso degli Ufficii di Cicerone, de’ libri dell’Amicizia, e della Vecchiezza, e déParadossi. Ma altri ne sentono diversamente; nè è mancato chi a’ libri degli Ufficii abbia dato il nome di Evangelio della legge di natura (V. A et. Erud. Lips. 1727, p. 48). Il celebre Barbeyrac nella prefazione premessa all’opera del Puffendorf, Del Diritto della Natura e delle Genti, dice (§27) che questo eccellente trattato, noto a tutti, è il miglior trattato di morale di tutta V antichità, che noi abbiamo , il più regolare e il più metodico, e quello che più si accosta a un sistema compito ed esatto Veggasi anche la prefazione premessa da M. du Bois alla traduzion francese da lui fatta di questi libri. Non vuol già negarsi che alcune massime false siano in essi sparse. Ma qual maraviglia che un uom Gentile non giungesse in alcune cose a conoscere il vero! Ciò che sopra si è detto della religione, vale a questo luogo ancora. XI. Molte delle opere filosofiche di Cicerone si son conservate, ma molte altre ne sono infelicemente perite. Tra le altre i soprammentovati suoi libri della Repubblica, una delle migliori opere da lui composte, e i celebri libri della Gloria, ne’ quali è verisimile che tutta la sua eloquenza egli dispiegasse nel ragionare di un argomento che troppo era per lui desiderabile e dolce. Così pure si è smarrito il suo Ortensio, ossia un libro delle lodi della filosofia,